Cast

  • Autore e Regia: Paolo Capozzo
  • Produzione: C.I.S. / Teatro 99 Posti
  • Coreografie: Antonella De Angelis
  • Scenografie e Disegno Luci: Gianni Di Nardo e Antonio Ippolito
  • Costumi: Dina Del Regno
  • Musiche: Pietro Turco

Interpreti

  • Carmine: Maurizio Picariello
  • Angela: Elena Spiniello
  • Corpo di Ballo: Cristina Barone, Simonetta Incarnato, Valentina Soldo, Maria Teresa Formicola, Marcella Rafaniello, Marina Villani, Valeria Forgione,Simona Carbone, Laura Forcellati

Sinossi

Quella di Angela e Carmine è una vicenda campana per nostra comodità, ma la loro storia potrebbe vivere sotto altri dialetti e in altri luoghi.
In essa si assommano dolore, sensi di colpa, prostrazione, impotenza, rassegnazione, rabbia distruttiva; tutte le contraddizioni di una realtà sociale che arranca sotto il peso della disoccupazione e di un’improvvisa e inaspettata indigenza.
La storia è “semplice”.
Lui, Carmine, giovane uomo, energico, ottimista, affronta la vita , alleva speranze. Lei, Angela, ragazza sognante, creativa, piena di entusiasmo. S’incontrano, s’innamorano, hanno due figli (i gemelli) …
Sembrerebbe una storia come tante, di cui non varrebbe la pena raccontare …
Ma improvvisamente la loro vita viene stravolta: la crisi economica esplode nelle loro esistenze violentando il loro progetto di vita,  espropriandoli del ruolo e dell’identità, oltre che delle prospettive di sicurezza.
La quotidianità di Angela e Carmine diventa in pochi mesi una lotta per la sopravvivenza, “una battaglia continua”, con due figli ancora in fasce, una cassintegrazione di mesi che conduce lui sull’orlo di un esaurimento e lei ad un lavoro sottopagato e frustrante.
La giovane spavalderia giovanile, poco alla volta, scompare lasciando Carmine zavorrato al suolo, schiacciato dai sensi di colpa, costretto tra pensieri di violenta e disperata ribellione e reminiscenze di una religiosità infantile ridotta a favoletta per bambini.
Angela si trova così a lottare con le unghie per salvare la propria famiglia, per strappare il marito alla follia, per tentare di fermarlo prima dell’ultimo irrimediabile gesto.

Nota
Il palcoscenico è utilizzato come luogo “virtuale” e indefinito, dove i personaggi e gli accadimenti che li coinvolgono vivono in sospensione di tempo e di spazio, a tessere una trama destinata a trasmettere segni e sensazioni, ad offrire percezioni ed intuizioni, attraverso alcuni passaggi essenziali del percorso interiore dei protagonisti.
In questo contesto, l’implosione dei rapporti della coppia è disegnata per frammenti narrativi del “vissuto” intessuti con momenti puramente emozionali, in cui la scelta di usare elementi coreografici in vece delle parole è volta a cogliere essenze e profondità più che a rappresentare “la storia”.

Galleria Fotografica

Prima della PRIMA di Antonella Russoniello

IL TRAILER

CONFERENZA STAMPA di presentazione - di Paolo Capozzo

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