Cast

  • Autore: Franco Festa
  • Scenografia: Antonio Ippolito
  • Tecnico Luci: Gianni Di Nardo
  • Costumi: Caterina Vitale
  • Produzione: Co.C.I.S. / Teatro 99 Posti

Interpreti

  • Ersilia Caso
  • Roberta Gesué
  • Maria Irpino
  • Fiorella Zullo

Sinossi

“Tunnel” è un dramma al femminile in cui emerge tutto il bisogno di amore dell’essere umano, anche in un mondo ostile, ipocrita e senza speranza: il nostro.
Ci troviamo, appunto, in fondo ad un tunnel, proprio il sottopassaggio scavato nel ventre della nostra città: una grotta artificiale, una cavità senza sbocco. Il tunnel per Avellino è un emblema, simbolo dello spreco e del non finito. Al suo interno vi sono tre prigioniere, ognuna con il proprio mondo e il proprio dolore, che scelgono di fuggire per rinchiudersi in un luogo sicuro, sebbene oscuro. C’è una professoressa di lettere che continua a correggere compiti, una giovane reduce da una delusione d’amore che l’ha esasperata e una donna che fugge da un marito violento e insensibile.  Non si comprendono immediatamente i motivi per cui le donne si trovino nel tunnel, ma le ragioni pian piano si palesano: fuori ci sono solo individui sempre più distanti che abitano una città vile e arida, priva di identità e di umanità. E il presente è solo l’anticamera di un più tetro futuro. Il flebile segnale di una radiolina fa riecheggiare, in fondo alla caverna inospitale in cui non si distingue il giorno dalla notte, notizie dalla superficie. Poi arriva una nuova presenza, sempre femminile, una giovane giornalista precaria in cerca di scoop, che costituisce un motivo di squilibrio e che mette le altre davanti alla dura realtà della loro solitudine e dell’indifferenza che hanno lasciato fuori, nel mondo esterno che è sempre più distante. Un punto di non ritorno che capovolge la situazione: sono gli altri, coloro che dimenticano e che non sanno più amare, a trovarsi in un tunnel senza uscita, intrappolati in un deserto di emozioni. E nasce una domanda spontanea: cosa accadrebbe se sparissimo?
Tunnel è un testo fortemente politico. Le tragedie individuali dei personaggi sono drammi collettivi che la città finge di non vedere, per pigrizia e per aridità. Nell’opera vengono rievocati anche fantasmi dell’Isochimica, della terra dei fuochi, della piaga dei suicidi e tanto altro; purtroppo è in questi dettagli che riconosciamo la nostra terra: fonte d’amore e di dannazione.
E in quelle note di chitarra, nella canzone che le donne cantano in coro, (Un giorno dopo l’altro – Luigi Tenco) c’è la nostalgia di una città che non esiste più…

Galleria Fotografica

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IL PROMO di Antonella Russoniello

L'INTERVISTA - Irpinia TV (ITV)

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