Cast

  • Autore: Tennessee Williams
  • Adattamento e Regia: Marcello Andria

Interpreti

  • Mitch: Leandro Cioffi
  • Eunice: Lea Di Napoli
  • Stella: Marianna Esposito
  • Stanley: Ernesto Fava
  • Dottore: Geppino Gentile
  • Steve: Andrea Iannone
  • Blanche: Flavia Palumbo

Sinossi

Creatura fragile e inadeguata, che si tiene aggrappata alla vita mediante gli esili fili del sogno e della finzione, Blanche ha un passato inconfessabile, segnato da un trauma che ha lacerato in modo irreparabile l’illusione giovanile di un amore poetico e puro. Relitto di una famiglia (se non di un’intera classe) in declino, si vede costretta a cedere l’austera dimora degli avi, dove ha conosciuto i fasti del prestigio e del benessere, e trova rifugio nell’alcol e in rapporti occasionali, divenendo oggetto di derisione e ostracismo sociale.
Sola e sconfitta, fugge disperata da quel mondo sordido, per raggiungere la sorella Stella, la quale, lasciandosi alle spalle la casa in rovina, si è rifatta un’esistenza in un’altra città con un immigrato, Stanley, uomo ruvido, inquieto, dall’esplicita e aggressiva virilità. Quando l’azione scenica ha inizio, Blanche irrompe nel microcosmo – fortemente radicato in una elementare ma vitale quotidianità – che ruota intorno alla giovane coppia. Presenza spuria e malgradita, genera malumori in particolare nel cognato, che da subito riconosce in lei e nell’instabilità della sua psiche turbata una seria insidia per la quiete domestica. Tramontata anche la possibilità di un’unione con l’ingenuo Mitch, vecchio amico di Stanley che si è lasciato abbagliare dal fascino effimero del suo rango superiore, Blanche subirà dapprima l’oltraggio estremo della violenza carnale, per essere poi espulsa come un corpo estraneo dalla piccola comunità, dove invano ha cercato riparo, e terminare la sua corsa affannosa in una casa di cura.

Dramma di grondante emotività, sempre sospeso sul filo di una tensione e di un furore al confine con l’allucinazione, la pièce punta sul contrasto fra due anime inconciliabili, espressione di ceti, mentalità, impulsi antitetici: l’una aristocratica per nascita e cultura, rappresentata nel momento desolante del tramonto; l’altra, in piena ascesa, concreta e avida di nuovi traguardi. Idealista e raffinata l’una, ma devastata dalla malattia del vivere; sana e rapace l’altra, orgogliosa del proprio vigore. Un conflitto riguardato attraverso la lente deformante di un coccio di vetro, sul cui fondo si deposita il residuo oscuro dell’esistenza e del sogno, del peccato e del senso di colpa: un ‘fondo di bottiglia’ che rimanda i bagliori illusori dell’apparenza e insieme offre un approdo, dolce e inebriante, all’umanità alla deriva.

Recidendo i legami con un preciso contesto ambientale, l’adattamento punta ad essenzializzare la vicenda e il linguaggio, componendoli in una trama intimistica di impronta europea, e mirando dritto all’interiorità dei personaggi. La vetrata che descrive il perimetro dell’azione scenica lascia appena trasparire un esterno più simbolico che reale: lo spazio indefinito che Stanley e i suoi amici dominano, l’altrove che Blanche teme e nel quale metaforicamente prima si perde poi scompare.

Un tram che si chiama Desiderio (A Streetcar named Desire) andò in scena al termine di una lunga elaborazione. Tennessee Williams aveva cominciato a lavorarvi nel 1944, prendendo spunto dalla triste vicenda della sorella Rose, ma soltanto nei primi mesi del ’47 propose il dramma ad Elia Kazan, che ne curò un applauditissimo allestimento teatrale a Broadway con Jessica Tandy, Marlon Brando, Kim Hunter e Karl Malden; poi, nel 1951, una ancor più fortunata versione cinematografica (con Vivien Leigh al posto della Tandy), vincitrice di quattro Oscar. Memorabile la prima italiana del Tram, il 21 gennaio del 1949 al Teatro Eliseo di Roma, alla presenza dell’autore, per la regia di Luchino Visconti e la scenografia di Zeffirelli, in cui Rina Morelli, strepitosa interprete di Blanche, fu affiancata da Vittorio Gassman, Vivi Gioi e Marcello Mastroianni. (M. A.)

Galleria Fotografica

Premi & Riconoscimenti

  • 20° Festival Internazionale “Castello di Gorizia 2010” dove ha vinto i Premi assegnati:
    1) Migliore Attrice Protagonista (Flavia Palumbo),
    2) il Premio Speciale Terzo Teatro,
    3) il terzo posto assoluto nel Giudizio della Giuria e il secondo in quello del Pubblico.

  • 42° Festival Macerata Teatro 2010 dove ha vinto:
    1) Il Premio del Pubblico. Nomination per l’attrice protagonista (Flavia Palumbo e Marianna Esposito)

  • 30° Sipario d’Oro 2011 di Rovereto dove ha vinto:
    1) Premio assegnato alla Migliore Attrice Protagonista (Flavia Palumbo e Marianna Esposito) e
    2) Premio per il Migliore Attore Protagonista (Ernesto Fava).
    Nomination per la regia (Marcello Andria) e per il Migliore Spettacolo.

  • 3° Festival Nazionale di Teatro “Di Scena a Fasano” 2011 dove ha vinto:
    1) Il Festival,
    2) Il gradimento del pubblico
    3) La migliore attrice Protagonista (Flavia Palumbo) e
    4) La regia (Marcello Andria).

IL VIDEO di Maurizio Picariello

Prima della PRIMA di Antonella Russoniello

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