Cast

  • Testo e Regia: Giovanni Meola
  • Assistente alla regia: Annalisa Miele
  • Costumi e Assistente alla regia: Chiara Vitiello
  • Scenografia: Monica Costigliola e Angelo De Tommaso
  • Musiche originali: Daniela Esposito
  • Ufficio Stampa: Paola Amore e Gabriella Galbiati
  • Produzione: Virus teatrali
 
 

Interpreti

  • Giovanni Meola
  • Daniela Esposito

Sinossi

liberamente tratto dall’omonimo libro di Vincenzo Imperatore

Enzo, di estrazione popolare ma ambizioso, si trova al posto giusto nel momento giusto: la deregulation del sistema bancario. In questo modo, fa carriera e soldi per più di vent’anni. Poi…la conversione. Che, come tutte le conversioni, è irta di ostacoli, contraddizioni, difficoltà. Ma Enzo è ostinato e vuole diventare un uomo diverso e perciò crea un’azienda che difende dagli abusi delle banche. Così ora si trova ad accompagnare un suo cliente, un imprenditore vessato dalla propria banca ma che ha bisogno vitale di un fido, ad un incontro con una funzionaria piacente, alta e snella, una di quelle ‘serialkiller’ per le quali lui, da manager, stravedeva (‘…perché le femmine sanno come far mettere una firma molto più di noi uomini’).

Enzo riuscirà ad evitare al suo cliente la sorte che lui, inesorabilmente, faceva fare invece, a parti invertite, a imprenditori come quelli, contribuendo così alla distruzione dell’economia reale?

Galleria Fotografica

Fotografie: Alessandra Rosa e Francesco Carbone

IL TRAILER

Interviste

Recensioni

“La drammaturgia di Meola si sofferma costantemente sulla denuncia della condizione di apparenza, intesa come copertura e travestimento che caratterizza le famiglie italiane degli ultimi vent’anni, o meglio la cosiddetta media borghesia. Al centro della scena una sedia-trono, l’altare di questa nuova religione del denaro che rende schiavi allo stesso modo, ma con modalità differenti, sia i bisognosi che coloro che speculano sul bisogno. Il gioco di luci e di atmosfere caratterizza i momenti in cui il rito religioso incombe ed inquieta, soprattutto perché il nuovo dio da venerare è definito ‘Mamma Banca’. Dal punto di vista teatrale riscopriamo in Meola un ottimo attore, forse a lungo sopito e oscurato dal ruolo di regista e drammaturgo. Un plauso va a Daniela Esposito che riesce a coniugare i momenti musicali e quelli ironici, nonché le interpretazioni da personaggio muto, ma fortemente espressivo, presentando in scena un’artista elegante ed eclettica.”

(Dramma.it – E. Ferrauto)

 

’Di-ret-to-re, di-ret-to-re’. Il refrain resta in mente anche dopo qualche giorno. Perché occorrerà del tempo prima che lo spettacolo scivoli addosso e vada via. È Giovanni Meola a mettere in scena questo monologo che ti entra nello stomaco e non ti lascia più, con la splendida seconda voce di Daniela Esposito, formidabile attrice e strumentista che accompagna il protagonista sottolineando con diversi suoni i momenti – ora grotteschi, ora drammatici – della vicenda. Una sintesi crudele quanto efficace e, ahinoi, realistica del sistema creditizio. Esempio di teatro civile come quello che Paolini portò in scena con la tragedia del Vajont. E che in TV qualcuno dovrebbe mandare in onda in prima serata. In passato solo Ricucci (uno dei ‘furbetti del quartierino’), in una memorabile puntata di Matrix, ha spiegato con altrettanto dovizia di particolari il sistema bancario. Senza però, ovviamente, raggiungere le vette di lirismo di Meola che è abile, grazie alla sua compagna di scena, a stemperare il tutto con note dissacranti. Meola non arretra e non fa sconti nemmeno al protagonista mentre lei scandisce i momenti chiave con i suoi strampalati quanto efficaci strumenti rudimentali e una mimica mai banale.”

(Il Napolista – M. Gallo)

“Se la drammaturgia rende merito al libro da cui è liberamente tratta, l’interpretazione rende merito alla drammaturgia, nella singolare capacità di fare di una complessa vicenda a più voci un monologo che non annoia, con tanti personaggi concentrati in un solo attore e in una brillante musicista/rumorista. Notevole la capacità dell’interprete di mantenere costante l’attenzione nonostante la tematica complessa e qualche termine di alta finanza estraneo ai più. Una chicca la partecipazione di Daniela Esposito, che correda il contesto di un’ironia irriverente ma mai inidonea, facendolo col supporto, oltre che di un’efficace mimica facciale, anche di originali oggetti di scena che diventano straordinari strumenti musicali in grado di creare l’atmosfera adatta alle differenti circostanze raccontate e di dare voce (ma senza mai usare la voce) a impiegate e funzionarie spietate o clienti e imprenditori sofferenti. Un teatro fatto di suoni, luci e poco altro: due bravi interpreti, un buon soggetto e una regia assai curata. Bello, quando il teatro fa il suo lavoro.”

(la Cooltura | L. Laezza)

 

“Lo spettacolo ripercorre con ironia e dovizia di particolari, alternando ai monologhi rapidi e frenetici di Meola, i suoni e i rumori della fisarmonicista, che a tratti diventano veri e propri personaggi in scena, la carriera dell’ex-manager Vincenzo Imperatore, la cui vicenda umana ispira liberamente l’intera operazione. Grazie a tutte le circolari, brochure e direttive inviate via mail dai suoi capi e meticolosamente conservate per anni, Imperatore non solo sa ma ha anche tutte le prove di questa condotta bancaria che ha vessato per anni clienti ignari, decidendo così di mettere tutto nero su bianco, denunciando ed auto-denunciandosi. Con un linguaggio tecnico ma comprensibilissimo, serrato, ritmato, mimato e accompagnato da musiche e suoni, lo spettacolo, vero e proprio esempio di teatro civile, ci fa diventare più consapevoli di una realtà sulla quale magari non ci siamo mai soffermati ma che è – ahinoi – estremamente vicina e protagonista delle nostre vite.”

(Quarta Parete | I. Bonadies)