Home » DIVINE – Pièce di versi in danza
Cast
- Coreografie: Roberta De Rosa
- Drammaturgia e Regia: Michele Casella
- Direzione artistica: Annamaria Di Maio
- Produzione: ARB Dance Company
Interpreti
- Roberta De Rosa
- Martina Fasano
- Nello Giglio
- Katia Marocco
- Nicola Picardi
Sinossi
Donna, sei tanto grande e tanto vali,
che chi vuol grazia e a te non ricorre
sua disianza vuol volar senz’ali.
(Dante Alighieri, Paradiso XXXIII, vv. 11.15)
I versi del canto XXXIII del Paradiso sono rivolti alla Vergine, ma in quel “donna” possiamo scorgere tutte le figure femminili che, nella Commedia, il sommo poeta ha esaltato. Più volte nella sua produzione poetica, Dante ci ha invitati a conoscere le “ali” delle donne, angeli in grado di elevare l’uomo a Dio, attraverso anche una semplice apparizione. Ma nella Commedia non ci sono soltanto quelle donne alate, ci sono anche donne alle quali quelle ali sono state spezzate. Francesca nell’Inferno, Pia nel Purgatorio, Piccarda, nel Paradiso, sono tre donne dietro le quali si nascondono storie quasi sicuramente vere e alle quali Dante si ispira. Dietro l’omicidio, l’amore negato, la necessità di piegare il volere di una donna al proprio volere, ci sono quelle ali spezzate che Dante ci racconta, evidenziando la condizione femminile ai suoi tempi e, purtroppo, ancora attuali. Non si tratta solo di Beatrice, dunque. Lo stesso viaggio di “conoscenza” e di “rinascita” e di “salvezza” di Dante è voluto da tre donne benedette: la vergine Maria, Santa Lucia e Beatrice.
D’altra parte il sommo poeta scelse di scrivere quest’opera proprio per dire di una donna, Beatrice, ciò che nessuno aveva mai detto di alcuna.
La Divina Commedia non è solo il viaggio di Dante, ma il viaggio di ognuno di noi: Dante si fa paradigma dell’umanità e guida tutti noi in un percorso verso l’amore, fatto di esperienze terribili e visioni meravigliose. È per questo che, in questa pièce di versi e danza, la figura di Dante non è presente, perché semplicemente è il pubblico che, coronato d’alloro, farà il proprio viaggio. Ad accoglierlo ci saranno solo ed esclusivamente le voci femminili. Incontreremo Francesca, uccisa dal marito perché amava un altro uomo; Pia, morta per mano del suo amore; Piccarda, sottratta alla scelta monacale per assecondare esigenze politiche familiari. Ma ci saranno anche Matelda, pronta a farci ricordare il bene e dimenticare il male, e Beatrice che, pur essendo angelicata, non rinuncia ad accogliere Dante con i giusti rimproveri.
Un viaggio al femminile che, attraverso uno studio approfondito dei versi, recitati e declinati in danza, dei costumi attraverso l’esame di opera artistiche, attualizzazioni, farà riflettere sulla condizione femminile e sulla discriminazione e parità di genere, uno degli obiettivi significativi dell’Agenda 2030.
Il titolo “Divine” si riferisce non solo all’aggettivo che accompagna l’opera a partire da un’edizione del 1555, per definirne il valore artistico e la sacralità, ma vuole richiamare anche alla “divinità” presente in ogni donna.
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