Home » Sogno di una notte di mezza estate
Cast
- Autore: William Shakespeare
- Regia: Tonio De Nitto
- Adattamento e Traduzione: Francesco Niccolini
- Scenografie: Roberta Dori Puddu
- Luminarie: Cesario De Cagna
- Costumi: Lapi Lou
- Luci: Davide Arsenio
- Assistente alla Regia: Paola Leone
Interpreti
- Angela De Gaetano
- Chiara De Pascalis
- Enrico Di Giambattista
- Nikola Krneta
- Filippo Paolasini
- Ana Mulanovic
- Luca Pastore
- Andrea Simonetti
- Fabio Tinella
Sinossi
Questo sogno è come un grande cartoon, dove gesti meccanici e burattineschi si ripetono di continuo lasciando che gli attori li facciano credere ogni volta unici. Nel delicato intreccio, sei personaggi rincorrono l’amore, lo confondono e giocano sotto un influsso magico. Ma che cos’è l’amore se non un incantesimo capriccioso? E poi ci sono strane apparizioni, creature indefinibili, siparietti musicali ed improbabili attori alle prese con un’altra tragicomica commedia. Tutto questo è un sogno. Ce ne è abbastanza per far emergere tutta l’ambiguità del testo shakespeariano, l’amore si, quello giovane e spassionato, ma anche gli scherzi del destino e le allusioni ad una dimensione di violenza e prevaricazione nascosta dietro il rapporto amoroso. La lingua shakespeariana è attraversata dalle molte lingue che compongono lo spettacolo che, senza mai far perdere il filo, giocano a restituire i differenti piani dell’azione: la spigolosità del serbocroato per le schermaglie di Oberon e Titania, l’improbabile inglese usato ogni tanto come lingua comune e inflazionata, il continuo gioco di cambi e scambi degli amanti che sotto influsso magico perdono e scambiano anche la propria connotazione linguistica, la musica stessa e le canzoni si sostituiscono in più di una scena all’originale drammaturgia di Shakespeare.
Galleria Fotografica
IL TRAILER
Recensioni
Il “Sogno” visto da Nicola Viesti per Hystrio 2011.II
Il Sogno ci è sempre sembrata, tra le grandi opere del Bardo. una delle più difficili e complesse da rappresentare. Un testo da affrontare giunti alla piena maturità artistica e invece ogni stagione conta decine di allestimenti. Allora merita di essere segnalato questo adattamento della neonata Compagnia Factory, diretta dal trentenne salentino Tonio De Nitto, che almeno gronda freschezza da tutti i pori e mostra una sapienza scenica maturata da De Nitto anche grazie a una lunga esperienza come organizzatore teatrale. Un lavoro che riesce a coniugare – senza far danni – Shakespeare alle canzoni di Rita Pavone, una versione in un technicolor che potrebbe sapere di fumetto ma che in due ore filate non annoia mai, portando così il Sogno a compimento. Gli spettatori di una certa età alle prime sembrano disorientati, ma poi si accomunano agli under trenta in un generale divertimento. D’altronde De Nitto gioca tutte le carte possedute da una compagnia giovane come la sua, vale a dire simpatia, vigore e senso del ritmo. Ci aggiunge una spiccata ironia ed efficacissime pennellate di cultura che – tutto sommato – si sposano alla perfezione con la drammaturgia, mentre non teme di osare, ma con controllatissimo senso dell’equilibrio, anche espedienti pericolosi come il coinvolgimento del pubblico, chiamato a fornire i protagonisti della tragedia di Piramo e Tisbe. Le disomogeneità a livello interpretativo, in un ensemble che vede accanto ad attori italiani anche alcuni serbo-croati, cercano di essere superate sfruttando con furbizia la babele di lingue. E a qualche incertezza si fa fronte con la creazione di figure forti che riescono a essere di riferimento come il Puck nudo e privo di sesso del bravissimo Fabio Tinella, che sembra fare il verso al divino Nijinsky de L’aprés- midi d’un faune. Nicola Viesti
Il “Sogno” visto da Francesco Farina su Corriere del Mezzogiorno
È nato tra la Puglia e i Balcani il coloratissimo sogno di una notte di mezza estate della Compagnia Factory Transadriatica, diretta da Tonio De Nitto, in scena al Teatro Paisiello di Lecce giovedì e venerdì. Il testo di Shakespeare si lascia sorprendere dalla rilettura pop di questa messinscena, in cui De Nitto associa disinvoltamente le magie del Bardo a certe atmosfere da soap opera (con colonna sonora conseguente, che tira in ballo vecchi successi di Rita Pavone e Adriano Celentano) ed altre che rievocano l’immaginario manga degli anni Ottanta: il tutto reso possibile anche grazie alla presenza di spirito dei bravi e giovani interpreti, le cui diverse provenienze (Italia, Serbia, Croazia, Montenegro) contribuiscono a dare vita ad una sorta di plausibile esperanto che si lascia comprendere senza difficoltà. Con il coinvolgimento diretto del pubblico e in un delirio di folletti nudi e fate capricciose, il Sogno di De Nitto è un invito a sorridere delle pene amorose ma anche a non prendere troppo sul serio i meccanismi del destino, che spesso sono imprevedibili e capricciosi quanto gli stati d’animo che provocano.
Il “Sogno” visto da Mario Bianchi su Eolo
Altri due spettacoli visti a Bari possono in qualche modo possono essere accomunati “Sogno di una notte di mezza estate” di Tonio De Nitto per la compagnia Factory Transadriatica e “Cuore, Come un tamburo nella notte” di Roberto Corradino perché ambedue diretti da giovani registi pugliesi e ambedue rappresentati da una formazione di attori poco convenzionali. Più facile certo il compito da Tonio De Nitto che, avendo a disposizione tale assunto drammaturgico, può giocare facilmente nella trama collaudatissima del bardo inglese, restituendocene una versione pop godibilissima dove ogni tipo di pubblico può entrarci ma soprattutto si diverte in una babele di lingue e linguaggi. De Nitto, dopo un’attività ultra decennale con Koreja, assistente alla regia nell’allestimento dell’Otello di Arturo Cirillo, è qui infatti impegnato nella direzione di una factory di attori italiani (di cui tre pugliesi), serbi, croati e montenegrini.Tra passato e presente, personaggi che diventano cartoons, Rita Pavone, travestimenti e pubblico sulla scena, gli incantesimi del più famoso e visitato bosco scespiriano si materializzano sul palco. Importa poco se gli attori e le soluzioni non sono tutti dello stesso livello, importa che in ogni momento si percepisce nitido il piacere di giocare con il teatro che si coniuga perfettamente con il gioco di Puck di mescolare destini e sentimenti, dove l’amore, forse e diciamo forse, potrà ritornare a ricomporsi.