Cast

  • Autore: Henrik Ibsen
  • Adattamento e Regia: Uto Zhali
  • Scenografie e Costumi: Angela Guerra e Valeria Di Lorenzo

Interpreti

  • Krogstad: Felice Avella
  • Signora Linde: Viola Di Caprio
  • Nora: Marianna Esposito
  • Helmer: Ernesto Fava
  • Dottor Rank: Roberto Lombardi

Sinossi

In una cittadina della Norvegia, Nora e suo marito l’avvocato Torvald Helmer vivono apparentemente felici, sono sposati da 8 anni, hanno tre bei bambini e lui è stato recentemente nominato direttore di una banca importante.
La vigilia di Natale arriva una vecchia amica di Nora, Kristine Linde, rimasta vedova, dopo un matrimonio accettato per salvare la propria famiglia da problemi economici. Con l’aiuto di Nora ottiene subito nella banca di Helmer il lavoro che cerca, togliendolo, però, senza saperlo, a Krogstad, vedovo, ex procuratore, rovinatosi per delle firme false e che ora vorrebbe riscattarsi per riacquistare la sua rispettabilità.

Appreso il proprio licenziamento, Krogstad ricatta Nora, la quale, non solo gli deve ancora molto del denaro ottenuto tempo prima segretamente per salvare la vita di Torvald, gravemente ammalato, ma ha falsificato, per ottenerlo, la firma di suo padre. Sotto la minaccia di Krogstad di rivelare ogni cosa al marito, Nora vive una segreta angoscia senza avere il coraggio di parlarne con Helmer, certa che il marito, per evitarle un rischio, sarebbe disposto ad assumersi la responsabilità del falso. Si confida, quindi, con Kristine e vorrebbe farlo anche con il fedele amico di famiglia, il Dottor Rank, che è ricco e solo. Al ritorno da un ballo mascherato in cui Nora danza la tarantella in costume napoletano Torvald legge la lettera di Krogstad venendo così a conoscenza del debito contratto tempo addietro dalla moglie che ritiene non più degna nemmeno di occuparsi dei figli. Ma intanto Kristine, che un tempo Krogstad ha amato, ottiene da lui che rinunci alla vendetta offrendogli di unire le loro due vite solitarie. Torvald, riavuto e distrutto il documento compromettente da Krogstad, e ormai tranquillizzato, si dichiara disposto a perdonare la moglie e a dimenticare tutto. Ma Nora, resasi conto della difficoltà a rimanere in quella casa, abbandona il marito e i figli alla ricerca della propria identità.

Alla base del disagio esistenziale di Nora vi è una difficoltà di comunicazione che è comune a tutti quelli che non riescono ad accettare il ruolo loro assegnato dalla famiglia o dalla società. Per poter aderire a convenzioni sociali, a rapporti interpersonali che in ambito familiare assumono a tratti l’aspetto di un ottuso perbenismo occorre scendere a compromessi che diventano a volte fonte di nevrosi. Nora rappresenta così l’antico desiderio dell’uomo di essere libero di potersi determinare nelle proprie scelte così come lo è il personaggio di Ellida ne “La donna del mare” (1888) e non doversi quotidianamente scontrare con l’ipocrisia del marito Helmer, il pragmatismo di Linde e Krogastasd o con l’istrionismo del dottor Rank. Non vi può essere verità né amore in una tale condizione e la scelta di Nora di andare via è il recupero di una libertà morale che non rinuncia a rincorrere un sogno meraviglioso.

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Recensioni

…] La Casa di bambola che la Compagnia dell’Eclissi porta in scena nell’attuale stagione teatrale è una versione virtuosa di un testo che non conosce tramonto. Sotto la sapiente direzione di Utho Zhali, che ha curato egregiamente la regia e l’adattamento, tutti gli artisti hanno caratterizzato i personaggi in maniera eccellente, da Marianna Esposito, nella parte di Nora, bravissima a sostenere tutto il peso dello spettacolo, con una gamma recitativa di ottimo livello, all’inflessibile Ernesto Fava, l’antipatico marito, che nessuna donna vorrebbe avere, al duttile Felice Avella, ogni personaggio da lui interpretato resta fissato nell’immaginario, a Roberto Lombardi, convincente nel suo amore non ricambiato ed infine Viola Di Caprio, la rassicurante amica fatta apposta per risolvere ogni problema. Cinque attori di consumata esperienza per rappresentare una tematica ancora attuale, sebbene sia trascorso tantissimo tempo. In scena, poi, in opposizione al dramma, risaltano colori vivaci, sono i vestiti di Nora per il ballo a cui parteciperà prima di andarsene, metafora della sua vita, ma anche le pareti hanno toni allegri e caldi. I costumi, eleganti, sono di Angela Guerra e Valeria Di Lorenzo. La scelta della musica, raffinatissima, per sottolineare i vari passaggi della rappresentazione è tutta dovuta alla sensibilità e al gusto del regista Utho Zhali, ed è affidata alla magica voce di Stacey Kent che canta soavemente ” Que rest-t-til de nos amour” e alla prodigiosa  tromba di Miles Davis, avvolgente e struggente. […]

A cura di: Maria Serritiello