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Doppio Senso

Cast

  • Autore e Regia: Paolo Capozzo
  • Musiche: Pietro Turco
  • Produzione: Teatro di Gluck / Teatro 99 Posti

Interpreti

  • Pistone: Maurizio Picariello
  • Calotta: Elena Spiniello
  • Mercante, Vigile urbano, Dryfuss: Vincenzo Albano

Sinossi

Avete mai provato a fare una passeggiata tenendo gli occhi chiusi? No?!
Pensate che sia una cosa un po’ folle e che per strada gli occhi vadano tenuti bene aperti? Avete ragione!
Eppure spesso capita di vedere persone che vanno in giro senza prestare alcuna attenzione a quello che gli accade intorno, senza scorgere i segnali di pericolo, senza prendere in considerazione nessuna regola.
Più o meno è come se andassero in giro con una benda sugli occhi: non v’è nulla di più sciocco e pericoloso.
È quello che accade a Calotta e Pistone, i protagonisti della nostra storia. Essi attraversano la città percorrendo strade sconosciute, incrociando incroci, scavalcando cavalcavia, oltrepassando passaggi a livello, su e giù per dirupi, burroni, scale e dislivelli. Incontreranno Mercanti, Vigili Urbani e alla fine del loro viaggio essi si troveranno al cospetto di Dryfuss, il “Signore della strada asfaltata”, da cui impareranno le regole da rispettare per passeggiare finalmente sicuri per la città.

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Fotografie: Costantino Mauro

Recensioni

Al di là del mare

Cast

  • Autore: Paolo Capozzo
  • Regia e Produzione: Teatro ASSUD
  • Coproduzione: Teatro 99 Posti
  • Scenografia: Gianni Di Nardo
  • Macchinista: Raffaele Bianco

Interpreti

  • Maurizio Picariello
  • Micol Barbieri
  • Elena Spiniello
  • Raffaele Zenca
  • Ramona Barbieri

Sinossi

Al di là del Mare, è una storia che si svolge nell’anno 2040, anche se, a dire il vero, comincia qualche tempo prima (ad occhio e croce proprio alla fine del millennio), ed è ambientata da questa parte del mare, in uno dei tanti “Centri di accoglienza, saluti e rimpatrio” nati negli ultimi anni su questa sponda. Qui vive un popolo civile e democratico, progredito fino al punto di possedere tutto, ma costretto a vivere barricato per difendere il proprio benessere. Infatti una popolazione primitiva che vive al di là del mare minaccia l’equilibrio sociale faticosamente conquistato.
Questi esseri selvaggi sono affamati e poverissimi, disposti a tutto per sopravvivere e perciò pericolosi.
Giungono su questa sponda con mezzi di fortuna, sempre più numerosi ed agguerriti, alla ricerca di cibo e di una nuova dimora. Il popolo civile n’è terrorizzato, ma al tempo stesso è cosciente che non può restare inerte di fronte a tali attacchi.
La storia, i personaggi, la tematica, tutto sembra fin troppo chiaro e consueto, “normale”: ci sono i buoni e i cattivi, persino il finale sembra scontato, invece …
“Al di là del mare” è una favola moderna, che, in forma di divertente allegoria, racconta dei sentimenti contraddittori del mondo “evoluto” (ovvero di quella parte del pianeta Terra che comunemente è detto occidente industrializzato) nei confronti dei popoli che <>. E’ chiaramente ispirata a fatti realmente accaduti, che ancora stanno accadendo in varie parti del mondo e che, nel bene e nel male, ci vedono tutti coinvolti.
Così il mare di questa favola diventa il simbolo di una linea di confine tra noi e “gli altri”, tra bianco e nero, tra nord e sud. Il grande mare della nostra cattiva coscienza ci “difende” di volta in volta dagli “altri mondi”: extracomunitari,  terroni, barboni, zingari, etc.; un mare troppo grande anche solo per immaginare di attraversarlo. Impegnati come siamo a presidiare le nostre “ricchezze”, dimentichiamo troppo spesso che a pochi chilometri di distanza ci sono intere popolazioni che muoiono per fame, o tra gli stenti di una guerra, o più “banalmente” vittime delle torture di regimi dittatoriali.
Lo spettacolo è cantato e ballato, oltre che recitato, e coinvolge sistematicamente il giovanissimo pubblico sul sottile filo tra teatro e gioco, tra esilarante comicità e riflessione, tra il desiderio naturale di voler essere dalla parte dei buoni ed il dubbio che in realtà i “buoni” non sono quelli che pensavamo!

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L' INTERVISTA

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Kappuccetto Rosso

Cast

  • Autore e Regia: Paolo Capozzo
  • Produzione: Co.C.I.S. / Teatro 99 Posti

Interpreti

  • Cappuccetto Rosso: Samantha Rossi
  • Matilde: Barbara De Luca
  • Lupo: Vincenzo Albano
  • Nonna: Mafalda De Risi
  • Poliziotto: Maurizio Picariello

Sinossi

“C’era una volta in un villaggio una bambina, che era la più carina che si potesse mai vedere. Tutti la chiamavano Cappuccetto Rosso.”  Ricordate la storia? … il Lupo, la nonna, il cacciatore? Dimenticatela!

In questo spettacolo Cappuccetto non è la “giovanetta cortese e di buona famiglia” di cui ci racconta Charles Perrault nel 1697, né “la dolce bimbetta, che solo a vederla le volevano tutti bene” di cui parlano i fratelli Grimm 160 anni dopo.

La nostra protagonista non è per niente amabile. Sotto l’apparenza di graziosa adolescente, si nasconde una ragazza viziata, egoista e senza scrupoli. Cappuccetto Rosso è disposta a tutto pur di ereditare la casa della nonna, anche a “eliminare la vecchia”. Per realizzare questo piano criminale non esita a estorcere la complicità di Lupo, un ragazzotto di periferia con un passato burrascoso, tanto innamorato di lei da risultarne sottomesso ed essere comandato a bacchetta. Ma Lupo non è il ragazzaccio che sembra, anzi ben presto si rivela una persona mite, docile ed introversa. Quello che gli chiede la ragazza va ben oltre la sua (apparente) ferocia. Non se la sente di compiere un gesto così efferato contro una povera vecchina sola e indifesa.

Una nota per i Bambini e i Ragazzi

Attenti, giovani amici miei, nel bosco in cui viviamo i lupi vestono abiti insospettabili, si nascondono dietro i sorrisi compiacenti delle false amicizie, nelle belle parole di politici corrotti, nella finta generosità di adulti senza scrupoli. Vi prego, amici miei, impegnatevi ad “essere” più che ad “apparire”, … altrimenti potrebbe capitare che il lupo vi compaia nello specchio!

Una nota ulteriore per gli Adulti

Kappuccetto è lo specchio di una generazione senza orizzonti, abbandonata a se stessa nel “bosco buio e cupo” della nostra società. Non ispira tenerezza la nostra, in essa si sommano la perfidia della strega di Biancaneve, la cattiveria della matrigna di Cenerentola, la natura distruttiva dell’Orco di Pollicino …

Viene naturale pensare che andrebbe punita severamente. D’accordo. Fossi in voi, però, prima di emettere la sentenza, una domanda me la porrei: ma i genitori di Cappuccetto dov’erano mentre la figlia cresceva in quel modo balordo? Possibile che la loro assenza possa essere assolta?

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IL TRAILER

IL PROMO di Antonella Russoniello

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