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Variazioni enigmatiche

Cast

  • Autore: Eric-Emmanuel Schmitt
  • Regia: Aniello Mallardo
  • Scenografia: Sissi Farina
  • Costumi: Anna Verde
  • Video: Fabiana Fazio
  • Foto di scena: Tiziana Mastropasqua
  • Ufficio Stampa: Gabriella Galbati
  • Produzione: Teatro in Fabula

Interpreti

  • Gianni Caputo
  • Mario Troise

Sinossi

Noi ci diciamo parole d’amore,
ma chi siamo noi? A chi dici «io t’amo?» 

NOTE di REGIA

La piece, scritta da Eric-Emmanuel Schmitt nel 1995, prende spunto da un’opera sinfonica del compositore inglese Edward Elgar, “Enigma Variations”: «variazioni su una melodia che non si riesce ad individuare, una melodia molto nota ma che nessuno è mai riuscito a riconoscere. Una melodia nascosta che si accenna e poi sparisce. Una melodia che si può solo sognare, enigmatica, inafferrabile, così come il sorriso di Helene». Attraverso le parole di Larsen, l’autore associa il lavoro di Elgar a Helene Metternach, protagonista assente, inafferrabile e enigmatica, ma vero motore dell’intreccio e dell’incontro–scontro tra Znorko e Larsen. Si tratta di una storia d’amore, o meglio, di una trattazione dialettica sull’amore tra lo scrittore e il giornalista che presentano una visione diversa della donna amata, pur riconoscendone, entrambi, un’unica essenza profonda. La messa in scena intende, innanzitutto, conservare la tensione provocata dalla presenza/assenza di Helene, scoprendo lentamente l’enigma e le sue variazioni, attraverso le diverse e continue agnizioni presenti nel testo. Il dialogo sarà colloquiale, quotidiano, pur conservando la poesia del linguaggio. L’azione si svolgerà in un’isola/rifugio di lettere, dunque la casa di Abel Znorko sarà un mondo di carta, un universo isolato nella corrispondenza amorosa.

Tutto si genererà dall’epistolario: la pistola, l’impianto stereo dal quale si diffonderà diegeticamente la “Variazione 9 – Nimrod” di Elgar, la bottiglia e i bicchieri per il brindisi. Le luci saranno fredde, per restituire l’isolamento volontario di Znorko e l’atmosfera di mistero che avvolge la vicenda. I costumi e, in genere, la scena tenderanno a decontestualizzare la storia, perché, se è vero che il testo delinea un evento particolare, ambientato in un tempo e in un luogo precisi, è pur vero che restituisce un messaggio universale, senza tempo e senza luogo.

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IL TRAILER

IL PROMO di Antonella Russoniello

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Lenuccia – una partigiana del sud

Cast

  • Regia: Aniello Mallardo
  • Produzione: Vodisca Teatro in collaborazione con Teatro in Fabula

Interpreti

  • Aniello Mallardo
  • Maddalena Stornaiuolo

Sinossi

I partigiani sono al Nord. Eppure Napoli si liberò da sola dall’esercito di Hitler, eppure il popolo napoletano in 4 giorni cacciò l’invincibile Terzo Reich.
All’arrivo degli Alleati Napoli era già libera. 4 giorni dimenticati dalla storia ufficiale, centinaia di partigiani del sud messi da parte dalle onorificenze. Tra i napoletani che dai tetti, con armi improvvisate, vinsero l’invincibile armata combatteva Lenuccia, ovvero Maddalena Cerasuolo.
La partigiana, simbolo dell’insurrezione popolare, emblema del femminismo anticipato di 20 anni. Negli anni in cui le donne non avevano ancora diritto al voto, anni in cui esisteva il delitto d’onore e la violenza sessuale era solo un danno alla morale, Lenuccia impedì che i tedeschi depredassero una fabbrica, parlamentò con le SS, partecipò alla battaglia del Ponte della Sanità che oggi porta il suo nome.
Lenuccia con l’elmetto e la pistola è l’immagine della Napoli antifascista. In ricordo dei 168 partigiani napoletani caduti per la liberazione proviamo a raccontare a noi stessi e alle nuove generazioni la storia di una donna che  nonostante la sua città fosse liberata, nonostante avesse dato il suo contributo, si paracadutò più volte tra le linee nemiche, ad Anzio e lungo la linea gotica.
Donna scelta dai britannici come infiltrata tra i tedeschi. Quella di Maddalena Cerasuolo non è una storia locale, non è la storia di una   patriota napoletana, l’ennesimo capopopolo, è una storia italiana, orgoglio di una nazione che non si abbassò al potere nazifascista.
Per la prima volta si racconta la Resistenza meridionale. Proviamo a raccontare sulle tavole di una palco la storia di una città, capace di rigenerarsi, di proteggersi, di gridare all’unisono che “E figlie e mammà nun se toccano”.

NOTE DI REGIA di Aniello Mallardo
“Esiste la storia di uomini illustri che hanno fatto la Storia, di persone straordinarie sopravvissute al logorio del tempo. Accanto ad essa e forse sotto, brulica la vita di piccoli ma grandi individui, con le loro anonime vite, con i loro personalissimi problemi, individui che talvolta, in occasioni uniche ed eccezionali, smettono i panni consunti dell’ordinario per assumere sembianze eroiche. Così accadde all’intero popolo napoletano durante le quattro giornate di Napoli, così fu per Maddalena Cerasuolo, ovvero Lenuccia, all’epoca una giovane ragazza di 23 anni che non esitò ad offrire il suo sostegno umano e militare contro l’occupazione nazista. Partecipò alle quattro giornate per seguire e proteggere l’amato padre e lentamente, grazie al suo coraggio e al suo carisma, assunse un ruolo sempre più significativo all’interno della città e principalmente all’interno del suo quartiere, la Sanità. Col passare del tempo crebbe in lei la consapevolezza di lottare non solo per il padre ma soprattutto per difendere Napoli. Maddalena Cerasuolo è l’emblema della forza della disperazione di tutti i napoletani che si sono ribellati, di tutte le donne che hanno abbandonato le loro mansioni domestiche e hanno impugnato le armi per i propri figli, di tutti gli “scugnizzielli”, vittime innocenti, come l’adorato cugino Gennarino Capuozzo, morto all’età di dodici anni, a causa dell’esplosione di una granata tedesca e di tutte le persone senza nome, seppellite dalle macerie dei bombardamenti. Scegliamo Lenuccia per non dimenticare, per non accettare con rassegnazione i soprusi e le ingiustizie, per non fuggire davanti alle difficoltà, per rinunciare all’egoismo e fare posto al bene comune.”

SPETTACOLO PRODOTTO DAL BASSO
LENUCCIA è uno spettacolo interamente prodotto dal basso, grazie al sostegno di 320 spettatori. Per la prima volta a Napoli gli spettatori producono le piece a cui assisteranno. Lo spettacolo è stato prodotto tramite il portale www.produzionidalbasso.com.

SPETTACOLO AD IMPATTO ZERO
LENUCCIA è il primo esempio in Campania di spettacolo teatrale ad impatto zero. Le emissioni prodotte dallo spettacolo (trasporto, luci, materiale pubblicitario ecc.) saranno compensate attraverso appositi carbon sink (pozzi di carbonio), isole vegetali che assorbiranno le emissioni di CO2 prodotte dalle spettacolo.

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Prima della PRIMA di Antonella Russoniello

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